Puntata a rovescio. Beyond the window

Prendiamo una pausa, per il momento lasciamo da parte le narrazioni del nostro proiezionista e passiamo dall’altra parte del vetro.

Usciamo dalla cabina, percorriamo il corridoio segreto ed entriamo in sala.

Le luci già spente, pochi posti vuoti, gli spettatori in attesa dell’inizio del film; qualcuno guarda dietro di sé e immagina….

Immagina l’uomo che è oltre la finestrella rettangolare, alle prese con un macchinario capace di inviare sullo schermo immagini e voci attraverso un fascio di luce; non è un semplice operatore, per le prossime due ore sarà il maestro delle cerimonie, colui che crea il buio, preme un bottone e che lo spettacolo abbia inizio.

Il nostro eroe sa sempre quando è il momento giusto per far partire il film, dalla sua postazione guarda in sala, si accorge che qualcuno è in ritardo e aspetta quel mezzo minuto che gli consente di prendere posto, sorride compiaciuto quando il pubblico si diverte e si commuove, pensa che è anche un po’ merito suo.

Il proiezionista ha un fascino particolare, non è come la cassiera o lo strappabiglietti, egli è invisibile eppure ognuno sa che è lì al suo posto. Un vero campione con  braccia robuste per sollevare decine di chili di “pizze”, mano ferma per impugnare la pistola ad aria compressa nel suo eterno duello con la malvagia polvere, occhi acuti per trovare il fotogramma giusto e attaccare perfettamente la fine di un rullo all’inizio del successivo.

Ce l’ha una famiglia? Riesce qualche volta a dare il bacio della buonanotte ai suoi figli? Sua moglie gli prepara qualcosa da portare con sé per mangiare tra uno spettacolo e l’altro oppure è cliente fisso di un ristorantino che rimane aperto fino a tardi?  Chissà se nel suo giorno di riposo si rilassa leggendo il libro da cui è stato tratto il film che proietterà domani…

Allo spettatore sembra quasi di scorgerlo, lì nella cabina; potrebbe giurare di averlo visto, nonostante il buio, tra complicatissimi marchingegni, bobine e chilometri di celluloide perforata. E poco importa che la tecnologia, in realtà, abbia mandato in pensione tutte queste meraviglie. Ma questa è un’altra storia.

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